Nell’ottobre 2011 con la semina, nasce l’idea di rievocazione della mieti-legatura del grano.

Dopo essere stata abbandonata in un angolo nel 1971, dopo l’avvento delle mietitrebbie semoventi, la nostra mietilegatrice Laverda L7 140 rivede finalmente la luce nel marzo 2012.

Dopo averla trascinata insieme a mio figlio nell’aia davanti a casa e constatato che per fortuna i pezzi erano tutti al loro posto, abbiamo iniziato, nel tempo libero, a controllare tutti i leverdaggi, sostituire boccole etc..

Ho incontrato un po’ di difficoltà per un perno ma poi tutto si è risolto. Successivamente è iniziato l’assemblaggio del legatore al corpo della falciatrice. Cambiato l’olio al motore e controllato i vari livelli, revisionato il carburatore controllo accensione… In ritardo sulla tabella di marcia (intendo per la mietitura).

Finalmente il 9 luglio abbiamo fatto la prova… Dopo vari tentativi è andata in moto!

Anche l’innesto della mietilegatrice non ha dato problemi. Il dubbio era se il legatore per le manne avesse funzionato ancora alla perfezione. Altri controlli e finalmente la decisione per effettuare la mietilegatura sabato 14 luglio.

Faccio una prova per sicurezza il venerdì, due manne sciolte e due legate! Il sabato mattina alle 6 siamo sul campo con mio figlio e mio cognato. Si inizia!

Va meglio di quanto credessi, ogni tanto scioglie qualche manna, che dipende sicuramente dal filo che è più fine dell’originale.

Finita la mietitura facciamo una bella bevuta con vin santo ed acqua (come una volta). Si inizia a portare assieme le manne; si forma un cerchio (noi ragazzi lo usavamo come un fortino per giocare).

Dopo di che si inizia a fare il moncello: non è facile calcolare quanto si deve fare grande, specialmente senza esperienza. Era sempre mio padre che li abbarcava. Il risultato non è stato eccezionale, qualche persona più anziana (vecchi contadini) ha già fatto commenti in merito, ma essendo la mia prima volta non mi posso lamentare.